giovedì 11 aprile 2013



La sofistica




Nel V secolo a.C.  in Grecia ci furono delle trasformazioni socioeconomiche che portarono al declino dell’aristocrazia e all’imporsi delle classi mercantili.Ciò determinò la nascita del regime democratico in cui l’assemblea aveva il potere di creare le leggi. Poichè questo compito richiedeva una certa capacità di convincere il pubblico, si affermarono i sofisti che insegnavano a pagamento l’arte della parola. Per i sofisti il filosofo non è più colui che si domanda sui misteri dell’universo, nè colui che raggiunge il sapere per dispensarlo agli altri, ma colui che riflette sui limiti della conoscenza umana e sulla politica e offre la retorica che aiuta a risolvere i problemi riguardanti la comunità.

 Sofista= dal greco “sophistés” significa letteralmente “sapiente”.Inizialmente equivale a “maestro d’arte” per assumere nel V secolo a.C. il significato di “chi esercita la professione del sapiente a pagamento”. Oggi sta  a indicare un “ragionamento ingannevole”



Socrate

Socrate condivide con i sofisti la cultura umanistica centrata sull’uomo e non sulla natura. D’altra parte rifiuta il loro relativismo, lo scetticismo,l’assenza di scrupoli morali e di ridurre il linguaggio a uno strumento di persuasione.Si sente superiore ai sofisti: egli sa di non sapere, mentre loro hanno la presunzione di sapere, ma non sanno.

Secondo Socrate,  per superare  il relativismo c’è bisogno di ricerca, ma la ricerca non può avviarsi senza la consapevolezza il non sapere. Mediante il dialogo egli si finge ignorante ponendo delle domande all’interlocutore (ironia) che in questo modo si libera dalle certezze e  prende consapevolezza della propria ignoranza.Quindi lo aiuta ad avviare la ricerca che aiuta a partorire autonomamente la verità(maieutica) e di dare una definizione stabile  e universale in particolare della virtù.


Per Socrate, la virtù è il sapere, perchè è ciò che permette di distinguere i beni esteriori da quelli interiori.Chi agisce in modo virtuoso raggiunge la facilità. Chi è ignorante non può raggiungere la felicità perchè per agire virtuosamente bisogna saper distinguere il bene dal male.

 


Socrate era lontano sia dall’antropomorfismo religioso sia dall’agnosticismo e dall’ateismo sofista. La sua missione era quella di aiutare ciascuno a intraprendere la propria ricerca e questa era ritenuta pericolosa dai suoi avversari politici. Per questo fu condannato a morte, di fronte alla quale non cercò un compromesso, ma rimase fedele ai propri principi morali.


Le sue idee furono portate avanti dai suoi allievi come Antistene, Diogene di Sinope, Aristippo di Cirene e Euclide di Megara.


Platone . Le idee e la conoscenza


 

Le  idee che l’uomo possiede non derivano dall’ esperienza, perchè essa è molteplice mentre l’idea è immutabile.Quindi le idee sono indipendenti e devono esistere come realtà oggettive.Così Platone supera il relativismo sofistico.



 



I tre distinti rapporti tra le idee e le cose secondo Platone:



-mimesi: gli esistenti sono copie delle idee, che ne rappresentano l’essenzialità



-metessi:gli esistenti partecipano o meno di alcune idee, che ne rappresentano le qualità



-parusia:l’idea del bello si manifesta nelle cose, diventa visibile in esse.



Se le idee non derivano dall’esperienza, come le conosciamo? Secondo la teoria della metampsicosi di Platone, l’anima immortale passa attraverso diverse reincarnazioni e nell’intervallo tra due esistenze, quando è libera dal corpo e dalle passioni,  può contemplare le idee. Quando si reincarna essa dimentica tutto e nel corso della esistenza ricorda (anamnesi) grazie alle esperienze o sotto la guida di altri uomini.

La contemplazione della bellezza menifestatasi nel mondo sensibile, risveglia in chi sa riconoscerla, il ricordo di bellezza in sè.La forza che spinge l’individuo a risalire dalla contemplazione fisica fino all’idea, è l’eros.


 


Nel mito della caverna, Platone rappresenta la strada per arrivare alla conoscenza filosofica.

In una caverna, alcuni uomini sono imprigionati fin dalla nascita in modo da poter vedere solo la parete di fondo, sulla quale vengono proiettate le ombre di statuette portate da alcuni servi.Così, considerano le ombre la vera realtà, finchè uno di loro viene liberato.Allora egli vede le statuette e il fuoco che proietta le loro ombre.Poi viene condotto fuori dalla caverna dove contempla la realtà, prima riflessa nell' acqua di un lago e poi guardando direttamente le cose.Infine, alza la testa e guarda il Sole, comprendendo che è proprio la sua luce che rende visibile tutto.Il prigioniero avverte il dovere di liberare i compagni, pur sapendo di rischiare la vita.

 

 


Dunque,Platone spiega che la coscienza può essere:

-basata sull’opinione (il mondo della caverna) e si divide in eikasìa (la sensazione;nel mito: le ombre) e pìstis (la credenza; nel mito:le statuette);

-scientifica (il mondo esterno) suddivisa in diànoia(conoscenza deduttiva;nel mito: le cose riflesse nell’acqua) e nòesis (conoscenza intuitiva, filosofica;nel mito:le cose reali)

 Valenza etica: Il filosofo (nel mito:il prigioniero liberato) ha la missione di guidare la società per condurla verso la virtù.